I laboratori di musicoterapia possono avere diverse scopi ed essere rivolti a diverse tipologie di utenti. Possiamo distinguere tra laboratori di Musicoterapia con fini terapeutici , laboratori con fini formativi, e laboratori per lo sviluppo personale, ricreativi, di socializzazione e così via.
Miti da sfatare sui laboratori di musicoterapia
Si utilizzano solo per disturbi o patologie. FALSO.
Anche se i laboratori di musicoterapia risultano essere molto utili per le persone che presentano delle difficoltà, non è una condizione necessaria per trarne beneficio. La musicoterapia risulta utile per conservare e migliorare le capacità positive delle persone, incrementando il benessere della vita quotidiana.
È solo per i bambini. FALSO.
I laboratori di musicoterapia, possono essere essere indirizzati a bambini e adulti tenendo conto dell’età ovviamente si possono inserire diversi aspetti ludici. La musica è adatta a tutti e aiuta a sperimentare la conoscenza di sé e la crescita personale.
È un’attività puramente passiva che consiste nell’ascoltare musica. FALSO.
L’ascolto “passivo” ovvero senza movimento associato è una delle numerose tecniche della musicoterapia, che se da un lato risulta essere passiva per quanto riguarda il corpo, per la mente non lo è in quanto costringe il cervello ad attivare diverse aree contemporaneamente. Ovviamente vale soprattutto per le emozioni poiché si sperimentano stati di rilassamento, di rievocazione dei ricordi, ecc. Inoltre, le tecniche più utilizzate durante i laboratori di musicoterapia sono quelle attive, in cui i partecipanti improvvisano e compongono e sono invitati a partecipare.
Gli effetti sono unicamente quelli di un laboratorio ricreativo. FALSO.
Diversi studi hanno dimostrato l’efficacia della musicoterapia in diverse aree del cervello. Le principali sono l’area cognitiva, l’area relazionale, l’area emotiva e quella fisica.
Per participare ai laboratori di musicoterapia è necessario avere conoscenze musicali. FALSO.
Non è necessario avere conoscenze musicali per poter beneficiare della musicoterapia poiché l’obiettivo non è comporre “buona” o “bella” musica. L’obiettivo è quello di instaurare una comunicazione con se stessi e con gli altri ed esprimere le proprie emozioni attraverso il suono.
Distinzione tra Tecniche attive e Tecniche passive:
Le tecniche attive, denominate anche tecniche espressive, permettono di sviluppare l’ambito relazionale e delle esperienze. Grazie a queste, i partecipanti agiscono direttamente come protagonisti in tutto ciò che succede e possono ricorrere alle proprie capacità per suonare, improvvisare o creare musica, individualmente o in gruppo.
Si lavora sull’area creativa e su quella motoria, così come sulla capacità di concentrazione, di attenzione e di riconoscimento degli stimoli.
In questo senso, la musicoterapia include attività come suonare, montare o fabbricare strumenti o improvvisare, comporre o cantare diversi brani.
Queste tecniche, utilizzate in tutti gli ambiti, sono molto importanti soprattutto per i bambini e per le persone che presentano difficoltà di comprensione e apprendimento, in quanto si basano sull’uso del suono come espressione del linguaggio e aiutano a migliorare la comunicazione.
Le tecniche passive, denominate anche ricettive, si focalizzano sulla comunicazione dell’individuo con il proprio io. Si basano sull’ascolto e sulla ricezione della musica dal vivo o registrata, improvvisata o composta e i partecipanti sono osservatori dei comportamenti e dei messaggi provenienti dal supervisore. Tra queste tecniche, la più conosciuta è quella che consiste nell’ascolto di una determinata melodia per stimolare l’introspezione, la creatività e l’espressione emotiva attraverso il linguaggio verbale e non verbale (immaginare o disegnare ciò che la musica suggerisce, ballare e muoversi a ritmo, ecc).
Lo scopo di queste tecniche è di regolarizzare le difficoltà causate dallo stress grazie alle musiche piacevoli, in grado di armonizzare corpo e mente. Inoltre, aiutano ad identificare e riconoscere le emozioni e ad incrementare l’attenzione.
Sono utili sia per ottenere livelli più alti di rilassamento, indipendentemente dalle caratteristiche del gruppo, sia per rievocare ricordi e sensazioni, attività che risultano particolarmente importanti nei laboratori con anziani.
In un laboratorio di musicoterapia si può decidere di utilizzare una delle due tecniche, di utilizzarle entrambe durante la stessa sessione o in maniera alternata nell’arco di un determinato numero di sessioni.
Per esempio, si può dedicare la parte iniziale della sessione alle tecniche espressive, per attivare e sincronizzare il gruppo e, la parte finale alle tecniche ricettive, per far sì che ciascun partecipante si rilassi e si relazioni con se stesso.