La riabilitazione è un processo di cambiamento attivo mediante il quale una persona che è diventata disabile acquisisce le conoscenze e le abilità necessarie per un funzionamento fisico, psicologico e sociale ottimale.
I trattamenti mirano a ridurre le problematiche attraverso un training di tipo task-oriented. L’intensità (quantità) del trattamento è fondamentale.
La riabilitazione neurologica prevede la rieducazione di un paziente che ha o ha avuto danni al sistema nervoso centrale o periferico a causa di malattie neurologiche.
I problemi più comuni includono alterazioni dell’equilibrio e del movimento, incapacità nel camminare, perdita dell’indipendenza funzionale.
La riabilitazione neurologica si occupa del recupero di funzionalità perse a causa di lesioni centrali o periferiche, o dell’insorgenza di patologie cronico-progressive, al fine di raggiungere una autonomia
parziale o completa nelle attività della vita quotidiana.
La musica ha una INFLUENZA ESTENSIVA sul cervello (lobo frontale, prefrontale, corteccia prefrontale, dorsolaterale e
orbitofrontale) oltre che sul SISTEMA LIMBICO che è la base fisiologia dell’emotività (cingolo, amigdala, talamo, ipotalamo, nuclei
della base) e su diversi SISTEMI NEUROCHIMICI (serotonina, dopamina, cortisolo) collegati alla percezione del piacere, motivazione, gratificazione, attivazione, stress…
Il rilascio di dopamina è fattore cruciale nel rinforzo dei movimenti involontari. Il circuito corteccia-gangli della base-cervelletto ha un ruolo essenziale per le nostre funzioni motorie, cognitive, emotive e sensoriali. Durante l’allenamento la stimolazione attraverso un suono ritmico può migliorare significativamente la deambulazione di un paziente, soprattutto in termini di controllo della postura, equilibrio, velocità di camminata, falcata del passo, maggior capacità di stare in piedi. La riabilitazione basata sulla musica migliora anche significativamente la funzione motoria degli arti superiori.
Studi controllati hanno valutato i potenziali effetti riabilitativi degli interventi musicali (ascoltare musica, cantare o suonare uno strumento) in diverse malattie neurologiche.
C’è un maggior numero di studi ed evidenze in ambito stroke e demenze ma l’efficacia è comprovata anche a supporto di funzioni cognitive, funzione motoria, emotività e benessere in pazienti con Parkinson, epilessia o sclerosi multipla.
Gli effetti psicologici benefici possono essere spiegati perché i meccanismi neurobiologici degli interventi con la musica condividono gli stessi circuiti di attivazione, ricompensa, regolazione affettiva, apprendimento e plasticità.
Gli interventi con la musica stanno emergendo come strategie promettenti in ambito riabilitativo.
L’ascolto musicale migliora la connettività neuronale in regioni cerebrali specifiche in soggetti sani ed è efficace nel recupero post-operatorio (risultati: riduzione dei livelli di dolore e ansia, minor uso di analgesici e maggior soddisfazione del paziente).
Attività musicali (comporre musica, suonare uno strumento, cantare, improvvisare) promuove la plasticità neurale e induce cambiamenti nella materia grigia e bianca in diverse regioni, specialmente quella fronto-temporale.
La musica, grazie al fatto di essere elaborata da aree diverse del cervello, riesce a stimolare processi che possono essere generalizzati e trasferiti a funzioni non-musicali con un conseguente effetto terapeutico misurabile. L’intero cervello reagisce alla musica.
Il pitch è processato dal lobo temporale destro (come la prosodia).
Stimoli ritmici ingaggiano la corteccia motoria pre-frontale e il cervelletto. Stimoli ritmici e tonali interessano circuiti limbici associati alla regolazione emotiva.
L’ascolto musicale attiva in modo intensivo i circuiti emotivi e di reward. La struttura armonica e il ricordo legato a una musica possono stimolare la memoria.
La musica regola attenzione e arousal in modo complesso, distribuito e bilaterale.